Molino Calcagni
Strada Monteventano, Piozzano (PC)
“Una stanza blu. Un giardino con un cespuglio di colore giallo intenso. La campagna intorno in silenzio. Sulla parete vicino la finestra dei piccoli specchi da borsetta, forse degli anni cinquanta, graffiati da scritte brevi-parole che si leggono al contrario-gemme di luce nella penombra dell’estate, una fornace ardente. Come oro puro un vetro stanco e abbandonato su un mobile ricamato dai tarli. Il ciclo della vita sembra estinto. Ogni cosa dimenticata, abbandonata, aspetta di tornare al mondo. Il tavolino basso di marmo bianco e nero in controluce si intravede dalla porta. “C’è forse un giorno che non sia buono?” intona una voce all’entrata della casa. Di fianco al camino un quadro in bianco e nero di una baia illuminata dalla luna con un pino solitario che guarda l’orizzonte su una roccia a strapiombo in una notte serena, forse in Giappone, quando gli amanti bruciano d’amore. I salici del giardino sono verdi e i fiori rosa tutti aperti. Una fotografia in bianco e nero di un ceramista al lavoro appoggiata per terra e un’ altra a colori con un vaso-bottiglia con bacche rosse appesa lì vicino in penombra. Il nero della fotografia e quello della stanza sono abissali e anche il decoro blu lapislazzuli delle decorazioni delle pareti sembra senza fine. Le porcellane rosa non sono inseguite dalle ombre del tramonto. Sono appoggiate su un mobile sbilenco. Un merlo torna al suo nido con un fiore nel becco. Inutile dire altro. Raccolgo l’acqua nelle mani dove si specchia la luna. Cade una stella e le foglie hanno un manto di rugiada. Nè gioia nè dolore quando le cose non hanno più un nome.”
16 Giugno 2016, Sarmato